Compito e gruppo II

Compito

Quando parliamo di situazione gruppale ci riferiamo a tre elementi strutturanti: coordinazione, organizzazione gruppale e compito.

Questa concezione è diversa da quella freudiana che è una concezione essenzialmente duale, dove gli elementi in gioco sono due: la massa e il leader.

Nel leader, che è esterno al gruppo, è depositato l’ideale dell’Io dei singoli individui, che, in questo modo, sono legati da un comune vincolo di “fratellanza”. Questa identificazione collettiva nel leader fa sì che si formi la massa.

Dalla concezione gruppale si possono ricavare alcune implicazioni:

  • il “padre” comune è in realtà “maternale” in quanto il rapporto con la massa è duale, diaidico, binario
  • Freud parla di “suggestione” a proposito del legame tra i membri del gruppo e il leader
  • Si può pensare al rapporto terapeutico nei termini di terapeuta/leader e paziente/massa

Continua la lettura

Scritto in Articoli | Commenti disabilitati

Compito e gruppo – I

I pionieri del lavoro coi gruppi (senza teoria della tecnica)

  • Joseph Pratt, che nel 1904 curava i suoi tubercolotici con riunioni periodiche, più tardi l’utilizzò anche con pazienti psichiatrici
  • Cody Marsch che tentò di applicare i metodi di Pratt anche con gruppi molto ampi con l’uso di altoparlanti per poter comunicare con tutti i ricoverati. Anticipò le comunità terapeutiche
  • Edwrd Lazell che utilizzò in un ospedale di Washington la conferenza come strumento terapeutico con schizofrenici

I gruppi psicoanalitici

Negli anni trenta, dopo la prima esperienza di Trigant Burrow, è lui che nel 1925 conia la dizione di “analisi di gruppo” (The social basis of consciousness,1927) i principali orientamenti furono definiti come analisi in/ di/ mediante il gruppo. Oggi le differenze sono più lievi ma utili a scopo didattico.

  • L’analisi in gruppo: è in totale continuità con la psicoanalisi classica e pensa al gruppo come un altro luogo dove praticare la psicoanalisi
  • L’analisi di gruppo: fondata da Wilfred Bion a partire dall’esperienza ospedale psichiatrico militare inglese di Northfield, insieme a Foulkes (pensato tenendo conto delle innovazioni introdotte in psicoanalisi da Melanie Klein), che riconosce una specifica dimensione psichica al gruppo, cioè lo concepisce come oggetto della psicoanalisi (grande diffusione in Europa occidentale e America del Sud).
  • L’analisi mediante il gruppo: nasce da una precisa scelta teorico-clinica del suo fondatore S.H. Foulkes,(1898-1976) (influenzato dalla teoria delle reti matriciali neurologiche di Goldstein, dalla teoria psicologica della Gestalt e dagli scritti di Burrows) che alla fine caratterizzò tanto il suo modello da non considerarlo come un’applicazione psicoanalitica ma una pratica clinica congruente con una concezione matriciale della mente (plexus) e multipersonale della nevrosi (ultimo libro: La psicoterapia gruppoanalitica:Metodo e principi, 1967). “La psicoterapia gruppoanalitica è un metodo di psicoterapia da me iniziato sin dal 1940 nella pratica psichiatrica e nelle cliniche per pazienti esterni. Deriva ed è ispirato dalle mie esperienze come psicoanalista ma non è psicoanalisi degli individui in un gruppo. Neppure è un trattamento psicologico di un gruppo da parte di una psicoanalista. E’ una forma di psicoterapia praticata dal gruppo nei confronti del gruppo, ivi incluso il suo conduttore. Donde il nome psicoterapia gruppo/analitica”

Continua la lettura

Scritto in Articoli | Commenti disabilitati

Dal Sintomo Individuale all’Emergente Familiare

Presenteremo alcuni passaggi significativi di una psicoterapia di gruppo familiare realizzata in un servizio di Neuropsichiatria infantile di USL del Veneto.

L’invio del bambino al servizio viene fatto dalla Clinica Pediatrica di Padova per visita neuropsichiatrica per ritardo del linguaggio e disturbi del comportamento. Dagli accertamenti psichiatrici e dalle osservazioni logopediche emergeva un quadro clinico di “Disarmonia Evolutiva su base affettivo-relazionale”. L’esame neurologico e la Valutazione audiometrica erano negativi.

Viene chiesto a noi di poter fare dei colloqui psicologici in quanto la situazione familiare ci veniva presentata violenta, con continui litigi tra i coniugi, sia sull’inadeguatezza di accudire Marco e il fratello e sia sull’organizzazione delle cose quotidiane. Inoltre Marco non aveva ancora raggiunto il controllo sfinterico e dormiva con la madre prendendo il posto del padre. Il padre a sua volta dormiva nel letto di Marco.

Continua la lettura

Scritto in Articoli | Commenti disabilitati

Dipartimento di salute mentale di Jesi: storia della processualità del Servizio Riabilitativo Residenziale

L’ottica del dipartimento, nonostante rappresenti un passaggio fondamentale per le organizzazioni sanitarie deputate alla cura della salute mentale, non coincide con la somma dei servizi preesistenti, ma richiede un cambiamento radicale del modo in cui gli operatori si identificano in un’organizzazione che avendo allargato i suoi confini diviene più complessa.

L’integrazione è opera faticosa perché impone di ripensare alla propria pratica e talvolta di mettere in discussione quello che si riteneva un patrimonio consolidato, necessita di approcci e strumenti complessi volti ad un’unica funzione comune (prevenzione, diagnosi, contenimento, trattamento/cura , riabilitazione e promozione della salute mentale nel contesto territoriale di competenza) pur riconoscendo e mantenendo compiti specifici. Affinché il sistema funzioni, assolva il suo mandato, è necessario che le interazioni abbiano carattere di regolarità e siano in grado di fornire sufficienti informazioni ed input: solo l’interazione crea un’entità che è superiore, per funzioni e compiti, alla mera somma delle parti che lo compongono.

Il Dipartimento di salute mentale di Jesi è organizzato in strutture operative che garantiscono la continuità terapeutica e l’unitarietà degli interventi curativi e riabilitativi quali strutture ambulatoriali, di ricovero, residenziali, semiresidenziali e di promozione della salute mentale.

Continua la lettura

Scritto in Articoli | Commenti disabilitati

Psicoterapia di gruppo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. L’esperienza di Rimini.

Articolo di Ramona Di Muro, Marco Sancini, Claudio Aurigemma.

Nel presente lavoro prendiamo in considerazione un intervento di psicoterapia di gruppo all’interno di un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC). Abbiamo deciso di utilizzare questa tecnica, poiché riteniamo che il gruppo, nonostante l’urgenza e la brevità dell’intervento, sia un valido strumento che integri la qualità delle cure offerte. Il gruppo rappresenta uno spazio dove le emozioni invasive, distruttive, incapaci di essere assimilate e contenute trovano un luogo, un contenitore, che le accoglie. Esso fornisce riparo ma anche la possibilità di riflettere su se stessi e di ritrovare la capacità di rimettersi in cammino.

Continua la lettura

Scritto in Articoli | Commenti disabilitati