Interpretazione

Giovedì 8 giugno, alle ore 18,00,
presso la Mediateca Gateway in via S. Petronio Vecchio 33, a Bologna,

verrà presentato il libro, a cura di Leonardo Montecchi,

“Interpretazione”

Interpretazione

Sarranno presenti:
Leonardo Montecchi, psichiatra e psicoterapeuta, Direttore della ‘Scuola Bleger’
Renato Curcio, sociologo e coordinatore di cantieri di socioanalisi narrativa, Direttore editoriale di ‘Sensibili alle Foglie’
Massimo Bonfantini, filosofo, professore di Semiotica al Politecnico di Milano fino al 2005, coordina il ‘Club Psòmega’, centro di studi sull’inventiva

Coordina l’incontro Federico Chicchi, sociologo, Professore Associato del Dipartimento di Sociologia e di Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, membro del Coordinamento Nazionale dell’Associazione Lacaniana Italiana di psicoanalisi (Alipsi)

Sono raccolti in questo volume le relazioni del seminario intensivo organizzato dalla Scuola Bleger nel maggio 2015 per riflettere sul concetto di interpretazione.
Si tratta di un dialogo fra diversi approcci: dalla socioanalisi narrativa, all’analisi istituzionale, alla semiotica, alla concezione operativa di gruppo.

Relazioni di: Laura Buongiorno, Leonardo Montecchi, Massimo Bonfantini, Inés del Carmen Lander, Patrick Boumard, Thomas Von Salis, Renato Curcio, Nicola Valentino, Federico Suárez, Loredana Boscolo, Massimo De Berardinis, Raul Cifuentes Caceres, Violeta Suarez Blasquez.

La Scuola Bleger sviluppa la concezione operativa di gruppo in una dimensione aperta e antidogmatica, pensiamo che un pensiero scientifico si debba costantemente misurare con la esperienza ed apprendere continuamente.  Per questo motivo abbiamo organizzato l’incontro internazionale dividendolo in una parte informativa, che prevedeva la presentazione di relazioni informative, ed una parte di elaborazione dell’informazione, nella quale, mediante la partecipazione ai gruppi operativi, i partecipanti al seminario potevano discutere le relazioni ed aggiungere “qualsiasi altra cosa” avessero voluto.

I tre gruppi organizzati prevedevano ciascuno un coordinatore ed un osservatore. Queste équipes hanno prodotto una breve relazione dei lavori svolti, con l’esplicitazione degli emergenti ed un breve commento sul processo dei gruppi.

Così il testo può servire come un approfondimento del concetto di interpretazione ed una apertura al soggetto collettivo.

 

 

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Prevenzione e Hip Hop: dal Centro Via al futuro

Il 28 aprile 2017, dalle ore 16.00 alle ore 19.00

si svolgerà il seminario organizzato dalla Scuola Bleger dal titolo:

Prevenzione e Hip Hop dal Centro Via al futuro

hip hop

Relazioni di Leonardo Montecchi e Stefano ‘Word’ Serio

Coordina Gabriella Maggioli

Si discuterà dell’esperienza di prevenzione iniziata nel 1992 con la costruzione del Centro Via, centro co-gestito assieme al gruppo nascente dell’Hip Hop di Rimini.
Con Word, rapper di Rimini che ha frequentato il centro, si parlerà del passato e del futuro di questa alleanza.

L’incontro si terrà all’RM25, in Corso D’Augusto 241 a Rimini.

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Pronto Soccorso e Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche di Senigallia a confronto: analisi dati anni 2013-2014-2015

-Dott.ssa MArella Tarini – Direttore del Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche – DDP AV2 ASUR Marche

-Dott.ssa Antonella Battistini – Dirigente psicologo – Psicoterapeuta- Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche – DDP AV 2 ASUR Marche

-Dott.ssa Manuela Falcinelli – Dirigente Sociologo –Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche – DDP AV 2 ASUR Marche

-Dr. Gianfranco Maracchini- Direttore U.O.C. Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza- AV2 ASUR Marche

 

Gli dei non hanno certo svelato ogni cosa ai mortali fin da principio, ma, ricercando, gli uomini trovano a poco a poco il meglio.
(Senofane)

 

Introduzione

Il presente studio nasce dall’esigenza di reperire informazioni ed approfondire  la conoscenza del territorio, in cui opera il Servizio Territoriale delle Dipendenze Patologiche di  Senigallia. Il  processo di modificazione che sta toccando il problema delle dipendenze, ha spinto gli operatori del Sevizio ad ampliare l’orizzonte  di  osservazione, iniziando da uno dei Servizi deputato alla gestione dell’emergenza: il Pronto Soccorso. La ricerca, pur nella sua semplicità, è stata motivo di interessanti e numerose riflessioni che richiedono, per la loro rilevanza,  una prosecuzione ed ulteriori studi. Per tali motivi, la ricerca non intende fornire conclusioni, ma considerazioni per iniziare un percorso di approfondimento di dati che dovranno essere raccolti ed integrati per tentare di rispondere ad alcuni dei quesiti che la presente analisi ha evidenziato: per alcune fasce di popolazione a rischio  cosa  rappresenta il Pronto Soccorso? E la loro domanda esplicitata è solo una richiesta sanitaria o sottende altri tipi di bisogni?

Alcune ricerche, disponibili in letteratura, evidenziano che il Pronto Soccorso sia il luogo, per eccellenza, dove portare la sofferenza  del corpo malato; quando si pone al primo posto il corpo, si è impossibilitati a  riconoscere una complessità che tenga conto  dell’anima.

Il Pronto Soccorso, struttura anonima, dal nome rassicurante, rischia di essere utilizzata,  secondo una logica consumistica del “tutto e subito”, come luogo di facili soluzioni ed illusioni  salvifiche.

Questa ricerca vuole essere il tentativo per iniziare a riflettere secondo una logica di complessità che vada oltre alla sola dimensione corporea e sanitaria, che  tenga conto dei molteplici bisogni: relazionali, psicologici, sociali, economici, culturali, etc., spesso difficilmente esprimibili.

A questo proposito, in linea con alcuni riferimenti bibliografici recenti, s’intende  attuare un’ulteriore indagine rivolta al problema dei adolescenti-giovani e dei loro agiti distruttivi: incidenti, traumi, autolesionismo, che spesso sottendono una difficoltà nel processo di mentalizzazione  e dell’acquisizione del sé.

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L’emergente nella scienza o la scienza dell’emergente

Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s’è dritto:
da la cintola in sù tutto ‘l vedrai».

Io avea già il mio viso nel suo fitto;
ed el s’ergea col petto e con la fronte
com’ avesse l’inferno a gran dispitto.
(La divina commedia, Inferno, Canto X, 31-36)

Venti anni fa Armando Bauleo scriveva nella prefazione del testo “Cambiare : il modello operativo del Sert di Rimini”:
“Fu creata una Scuola di Prevenzione per formare operatori nel difficile ambito della prevenzione e della psicoigene. Emergente dell’esperienza, la scuola simbolizza la necessità di organizzare un corpo concettuale e le possibilità di una trasmissione, affinché le pratiche non rimangano semplici aneddoti”

Cercherò di affrontare l’argomento dell’emergente dal punto di vista della scuola, cioè come una elaborazione dell’esperienza che non sia il semplice racconto aneddotico ma nemmeno una evidenza basata su studi controllati o una metanalisi. È un altro metodo.
Al centro di questa comunicazione sta il concetto di emergente che non nasce prima del fenomeno o meglio del fatto.
Ci sono fatti, accadimenti, eventi che non sono emergenti e altri che lo sono, dunque possiamo considerare emergente un tipo particolare di fatto o di accadimento.
In questo modo di procedere seguo le prime due proposizioni del Tractatus di Wittgenstein, filosofo che Armando Bauleo studiava anche per la sua amicizia intellettuale con Aldo Gargani che è stato più’ volte invitato a tenere seminari all’Istituto Internazionale di Psicologia Sociale di Venezia.
Dice Wittgenstein:
1. il mondo è ciò che accade
1.1 il mondo è la totalità dei fatti e non delle cose

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Schizofrenia e territorio

Recensione di Armando Bauleo al libro di Alberto Merini, “Schizofrenia e territorio”, Patron, 1979 (tratto da “Psicoterapia e Scienze Umane”, 3/4 del 1981, pagg. 165-167)

  Schizofrenia e territorio

Tutte le nostre consocenze sulla schizofrenia come pure la possibilità di un suo trattamento sono fondamentalmente legate al manicomio

… (…) La nuova legge 833 che, abolendo il manicomio, ha spostato sul territorio l’intervento psichiatrico, con tutta probabilità permetterà una conoscenza della schizofrenia diversa da quella avuta fino ad oggi”.

L’introduzione del libro ci predice un passaggio da una possibilità a una probabilità, ciò che è stato possibile e ciò che sarà probabile.

Come sfondo di questo gioco di certezze si colloca la fine di una tappa, quella del manicomio, e l’inaugurazione dell’altra, quella del territorio. In mezzo alle due situazioni storiche c’è la nascita e lo sviluppo della psicoanalisi.

L’insistenza di Merini sulla questione del ‘Territorio’ (è il suo secondo libro su questo tema; il primo, curato da lui, è “Psichiatria nel territorio”, Ed. Feltrinelli) ci obbliga a considerarlo come emergente di una situazione storico-sociale, la legge 180 e la legge 833, che chiudono il manicomio e stabiliscono una ‘Assistenza a livello di comunità’.

Ho consociuto Merini nel 1972 e nel 1974: grazie all’amabilità del Prof. Gentili, sono stato per quasi due mesi nella clinica psichiatrica di Bologna, e vi ho lavorato usando una metodologia di psicologia di gruppo. In un mio libro, il capitolo “Rapporto sulla psichiatria” è una sorta di riassunto di quella esperienza. Da quel momento sono sempre stato una specie di osservatore, attivo quando è stato possibile, dei vari tentativi di assistenza e prevenzione lì realizzati.

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