Alle compagne e ai compagni del Paz e alla loro passione attiva per la composizione della comunità ricombinante
Solo praticando una deriva metropolitana e percorrendo Rimini come un flaneur si può immaginare un paesaggio mentale come effetto di questa macchina urbana che fabbrica le soggettività. La macchina è il risultato di un concatenamento di parti diverse, dalle rovine romane di un illustre passato, a pezzi di medio evo ad oggetti biologici a sguardi ed odori che compongono l’immaginario di un borgo provinciale in cui si vivono gli affetti e le passioni nel ciclo delle stagioni.
La comunità raccontata da Fellini è diventata un prototipo di comunità, una gemeineschaft alla Tonnies, in cui convivono diverse generazioni e le soggettività si conformano alla tirannia di un codice che aggiudica i ruoli della commedia umana che si ripete con poche varianti: qualcuno assume il ruolo che gli viene aggiudicato ma, tal’ora qualcuno ne vuole un altro così si decodifica e si delocalizza e viene segregato,lontano dal borgo a raccogliere sassi significativi solo per lui ed a gridare con disperazione sulla cima di un albero: “a voi una dona!!”