Tra identità e soggettività. Analisi di un processo

L’intento di questo lavoro è quello di analizzare e riflettere sul processo che si è sviluppato durante la realizzazione del progetto di prevenzione promosso dal DDP ( Dipartimento Dipendenze Patologiche) di Senigallia in un CSOA (Centro Sociale Autogestito) della stessa città nel periodo compreso tra il 2008 e il 2009, nel corso di 8 mesi di lavoro.

Il progetto, nella sua elaborazione e realizzazione, ha utilizzato l’approccio teorico concettuale e le metodologie della concezione operativa ; per la riflessione e la elaborazione si farà riferimento ai contributi delle teorie elaborate da M .Foucault e dal movimento femminista fino a J. Butler.

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Il gruppo multi-familiare e il diritto alla cittadinanza. La partecipazione nella «città visibile» della salute mentale

PRESENTAZIONE: Nel mio lavoro di psichiatra, alle dipendenze del Servizio sanitario pubblico nella Regione Marche, in una attività territoriale prima (nella ZT 10 di Camerino – MC) e ospedaliera poi (nella ZT 5 Jesi – AN) ho avuto l’onore e la fortuna di incontrare nel mio cammino professionale, sotto la loro attività di supervisione e per oltre dieci anni, il prof. Armando Bauleo e il prof. Alfredo Canevaro; all’interno di percorsi formativi e di miglioramento della qualità. Ho così avuto modo di apprendere e sperimentare tecniche terapeutiche diverse, tra cui il coordinamento dei Gruppi Multi familiari (GMF); come aspirante terapeuta prima – quando mi limitavo ad osservare e qualche volta intervenire – e poi, via via, debuttante, principiante, artista in erba..

La vecchia collaborazione con Massimo Mari, gli insegnamenti della scuola Bléger di Rimini diretta da Leonardo Montecchi, le supervisioni dei prof. Bauleo e Canevaro, hanno migliorato la mia esperienza nelle attività di gruppo. In relazione a questo, con riferimento particolare ai GMF, nascono alcune considerazioni che vengono proposte in una prospettiva sociologica e forse filosofica; questo non per retorica, ma solo per tributo al filosofo Prof. Pietro Maria Toesca la cui lettura mi ha suggerito alcune riflessioni ricombinate in una prospettiva diversa.

PAROLE CHIAVE (Key Word): Cittadinanza, civitas, democrazia, emarginazione, disagio, libertà, ordinamento sociale, partecipazione, politica, prevenzione, sviluppo della persona umana, stigma, urbs.

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Il Punto medico avanzato nel Terremoto

Il Punto Medico Avanzato (Pma) in piazza d’Armi a L’Aquila ha una trentina di posti letto per i ricoveri urgenti. ha una sala di pronto soccorso ed una farmacia accanto. C’è luce al neon a differenza delle tende nel campo ma nessun riscaldamento. il gelo della notte sarà la forma di questo ricordo. Ricorderò questo terremoto con un brivido di freddo. Sempre.

Ho appena concluso il turno di notte con alcuni miei colleghi del 118 di Pescara e tre infermieri teramani. Ora il PMA, passata la prima fase di emergenza, accoglie pazienti affetti da patologie che in genere non costituiscono un imminente pericolo di vita.

Nei giorni immediatamente successivi alla scossa del 6 aprile, nel PMA sono transitate persone affette soprattutto da traumatismi vari. Sono state ricoverate qui dove hanno ricevuto le prime cure, i più gravi sono stati trasferiti in ospedali della regione.

Questa notte si sono rivolti a noi soprattutto pazienti in preda al panico. La paura in questo campo è l’elemento comune a tutti: c’è chi trema di paura, chi piange di paura, chi ride di paura, chi si mostra indifferente per paura. E’ sempre la paura ad agire i comportamenti. Ed anche i pensieri.

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Omaggio al prof Armando Bauleo

Articolo speciale in collaborazione con la rivista Area3 di Madrid (Spagna) Arbeitsgemeinschaft Operative Gruppen de Zürich (Svizzera) y la Escuela de Psicología Grupal y Análisis Institucional “Enrique Pichon-Rivière” di Santiago (Chile).

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La famiglia Smarrita. Una psicoanalisi per una famiglia in mutazione

Quando esaminiamo i cambiamenti attuali nella famiglia, notiamo una diminuzione dell’autorità del padre verso i figli e del marito verso la moglie. Questi effetti sembrano legati al problema del dominio che crea un’amalgama tra autorità e autoritarismo, tra liberalizzazione e laisser faire, tra affetto e arbitrarietà.

La denatalità potrebbe essere legata all’emancipazione femminile? Coincide curiosamente con l’introduzione degli anticoncezionali e dell’accesso massivo della donna nel mondo del lavoro. Oggi in Europa il tasso di nascite non permette il rinnovo delle generazioni. È un fatto innegabile che, se le coppie decidono di avere meno figli o posticipare il concepimento, spesso evocano motivi economici. La speranza di una “vita migliore” per e con i figli, la quale conduceva generalmente a rinnovare il desiderio della proliferazione, ha perso attualità. Nelle famiglie con più risorse economiche, si sente dire che avere la casa di proprietà è prioritario ad avere figli.

Il confronto tra i generi prende vie poco frequentate fin ora, arrivando a violenze tra coniugi a livelli e gravità allarmanti. Questo ha a che vedere con l’emancipazione femminile? Dobbiamo affermare che i soggetti familiari preferiscono l’assimetria tra il dominatore e il dominato? Avere idee, decidere, prendere iniziative dovrebbero essere attributi di una sola persona?

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