Charles Peirce nostro contemporaneo

Il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita – Università di Bologna,

e la Scuola José Bleger di Rimini,

invitano al seminario su Charle Sanders Peirce, il più importante filosofo americano e fondatore della semiotica:

Su Perice. Interpretazioni, ricerche, prospettive

(Bompiani, 2015)

a cura di Massimo A. Bonfantini, Rossella Fabbrichesi e Salvatore Zingale

Il seminario si svolgerà venerdì 22 gennaio dalle ore 16.00 alle ore 19.00
presso la Sede Universitaria Valgimigli, via Santa Chiara 40 

Ne dialogano, assieme ai partecipanti,

Massimo A. Bonfantini,
Leonardo Montecchi
Giampaolo Proni

 

Peirce

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Il pensiero dialettico di José Bleger

di Ariel Liberman

La sezione sui lavori chiave dell’International Journal of Psychoanalysis che verrà pubblicata (agosto 2012, vol. 93, Issue 4, p. 819-1100) tratta di un lavoro di José Bleger, del (1969) 1970, che è commentato da due riconosciuti psicoanalisti contemporanei: Haydée Faimberg e Jay Greenberg. Questa sezione della rivista mira a riportare sulla scena della riflessione della psicoanalisi contemporanea alcuni lavori e/o autori che, in qualche modo, possiamo arrivare a considerare dei classici della storia della psicoanalisi. José Bleger, psicoanalista argentino, nacque nel 1922 e morì molto giovane nel 1972. Nonostante questa prematura scomparsa presentò un lavoro, un pensiero, all’interno del fertile contesto della psicoanalisi rioplatense degli anni 50, 60 e 70, che lo ha reso creditore di un meritato riconoscimento.

La sezione inizia con il lavoro di Haydéè Faimberg, “Il pensiero dialettico di José Bleger”, continua con il lavoro di Bleger che si intitola “Teoria e pratica in psicoanalisi. La prassi psicoanalitica”, e termina con il commentario che Jay Greenberg realizza su questo articolo. Noi opteremo per un altro ordine di esposizione perché pensiamo che sarà più chiaro per il lettore: inizieremo esponendo il testo di Bleger, dopo quello di Faimberg e sotto il commentario di Greenberg.

Nell’esporre il testo di Bleger cercheremo di definire, con i termini dello stesso Bleger, o con i nostri, alcune espressioni-concetti che Bleger trae da altre discipline e che, molto probabilmente, non risulteranno familiari al lettore contemporaneo.
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Lettera a Pichon Riviére

di Alejandro Scherzer

I) Il mio vincolo con il Grande Maestro: E. Pichon Rivière.

Alla fine del 2006, Ana M. Pampliega ha avuto la cortesia di invitarmi al tributo realizzato dalla 1° Scuola di Psicologia Sociale della Repubblica Argentina e la A. P. S. R. A. (Associazione degli Psicologi Sociali della Reppublica Argentina) in occasione della commemorazione, nel giugno 2007, dei 100 anni di Pichon Rivière.
Si celebravano anche i 50 anni della Psicologia Sociale Argentina e i 40 anni della fondazione della Scuola. Di fronte a questo onore, accettai subito.
Inoltre, ci chiese, anche ad altri colleghi, un breve contributo da divulgare prima dell’evento per pubblicarlo sul sito web della Scuola.
In quell’occasione, ho voluto far conoscere un aspetto del mio rapporto con il Grande Maestro: da un sogno con Pichon Rivière.
Quello che leggete in seguito, è stato inviato come risposta alla richiesta fatta.

Per: caballeroandanteEPR@orillasdelplata.com
C.C: a pag. Web Omaggio a Pichon Rivière
Oggetto: dall’altra parte del fiume (Rivière).

Stimato Pichon Rivière, caro Maestro:
È con grande emozione che mi metto in contatto con Lei dopo più di trent’anni.
Grazie alla sensibilità di Ana Quiroga e di Joaquín P. R., ho avuto il Suo nuovo indirizzo di posta elettronica e so, per certo, che solo pochissime persone lo conoscono.
Sono quell’uruguaiano che, nel 1975, lasciò a casa Sua i miei primi scritti che mi legano alla Psicologia Sociale che Lei fondò –insieme ad altri “hidalgos” che l’hanno seguita, ispirati nelle “Strategie Terapeutiche” e nell’ “Approccio Pluridimensionale”.
Racconto spesso il lapsus che ho avuto quando abbiamo parlato al telefono alcuni giorni dopo. Volevo sapere il parere che meritavano i miei lavori e, volendo dire che ero uno grandemente dedito alle sue idee, ho detto che ero ““un gran adicto” (tossicomane) delle sue idee”. Sono stato molto preoccupato per un po’ di tempo, per questo lapsus, pensando come avrebbe Lei preso quelle parole. Più tardi ho capito che era stata la cosa migliore che Lei avrebbe potuto sentire da un giovane uruguaiano appena laureato in Psicologia Sociale, dalla Sua Scuola e dall’altra parte del fiume.

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Gladys Adamson: una ricerca operativa con giovani in condizione di vulnerabilità

Il Centro Studi e Ricerche “J. Bleger” invita al seminario che si terrà il 2 ottobre dalle 16 alle 19

presso la Sala di RM25

in Corso d’Augusto 241 a Rimini.

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Sarà relatrice Gladys Adamson, da Buenos Aires, che presenterà un suo lavoro di ricerca operativa con giovani in condizione di vulnerabilità. Si tratta di un intervento di prevenzione in quartieri periferici e degradati di Buenos Aires.


La partecipazione è gratuita.

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Il trauma: una ricerca nell’ambito individuale della Concezione Operativa di Gruppo

di Simona Maini, Agnese Marchetti, Elena Marini, Arianna Occhio, Marella Tarini


INTRODUZIONE

Il nostro gruppo di ricerca si costituisce nel 2010. Il tema intorno a cui ci raggruppiamo è il trauma. Sicuramente non è casuale che 7 donne (rimaste poi 5) siano attratte da una riflessione su questo argomento.
Non è casuale. Ci diciamo, sorridendo, che siamo nella pancia, nell’antico, nel primordiale, e chissà quale emergente rappresentiamo nella Scuola “J. Bleger”, o cosa sentiamo su di noi depositato per immergerci in un pozzo già a prima vista così profondo.


L’INIZIO.

All’inizio la strada è stata tracciata dal prof. Bonfantini che, durante una lezione sulla metodologia della ricerca, ci parla del “fatto sorprendente” come motore di ogni ricerca degna di essere chiamata tale.
Il generatore della ricerca è il fatto sorprendente, il nuovo che stupisce e non ha spiegazione immediata nel già noto.
Di fatti sorprendenti ne emergono almeno 3 nel corso delle condivise riflessioni all’interno del nostro gruppo di ricercatrici. Il comune denominatore è comunque la parola “trauma”.

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