Come si fa a negare l’istituzione

Il 28 novembre alle 16.00 alle 19.00 si svolgerà a Rimini, in Corso d’Augusto 241, presso l’RM25, il seminario dal titolo:

Come si fa a negare l’istituzione.

Sarà il primo seminario autogestito del collettivo Scuola Bleger.
Con questo seminario iniziamo un percorso teorico pratico di cambiamento delle istituzioni. Stiamo vivendo un momento in cui le istituzioni stanno subendo un processo di istituzionalizzazione, cioè si è perso lo scopo per cui sono state istituite ed ora lo scopo è diventato l’auto riproduzione e l’auto mantenimento.
E’ arrivato il momento per una forza istituente.

Il seminario è gratuito ed aperto a tutti gli interessati.

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Congreso Internacional de Grupo Operativo CIGO – Santiago 2014

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Vincolo ed emergente nei gruppi di formazione della scuola Bleger

Nel Maggio 2013 a Rimini ci siamo confrontati sulla lettura degli Emergenti nei Gruppi operativi coordinati nella scuola Bleger di Rimini e nella scuola area3 di Madrid.

Leggendo i testi in parallelo si sono potute vedere analogie e differenze.

Mentre il dispositivo di area3 è sempre costituito da coordinatore e osservatore con lettura di emergenti con alternanza di ruoli anche rispetto all’informazione che uno di loro tiene prima di ogni gruppo, nei gruppi operativi della scuola Bleger è previsto sempre il solo coordinatore tranne in quella occasione in cui il dispositivo ha visto coordinatore e osservatore.

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Violenza istituzionale violenza familiare: la relazione introduttiva al convegno della scuola Bleger

Per introdurre brevemente il percorso storico sociale ed economico che oggi ci porta a parlare di violenza istituzionale e violenza familiare pare opportuno ricordare il movimento delle donne nato negli ultimi decenni dell’Ottocento e nel primo ventennio del Novecento, ispirato a tesi liberali come richiesta di uguaglianza di diritti secondo la legge (voto, proprietà, accesso all’istruzione e alle libere professioni).

Il movimento conquisterà solo parte dei diritti richiesti, diritti che ancora oggi spesso si constata che sono solo sulla carta.

La tesi di fondo che distingue l’orientamento socialista da quello liberale sul problema dell’emancipazione e liberazione della donna è che,perchè le condizioni di subordinazione materiale delle donne e dei proletari cambino realmente, è necessario realizzare, tramite la rivoluzione, una società nella quale possano scomparire tutte le forme di subordinazione dei proletari (uomini e donne) rispetto ai capitalisti, delle donne rispetto agli uomini.

Tematiche relative alla condizione di subordinazione della donna sono presenti nel corso dell’Ottocento sia in teorici cosidetti “utopisti” (da Robert Owen a Charles Fourier) sia in donne impegnate nelle lotte operaie dalla metà del secolo in poi (Flora Tristan, le donne del ’48 parigino quelle della Comune del 1871).

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Violenza istituzionale e familiare

L’argomento che oggi affronteremo insieme, è per vedere se tra tutti noi possiamo dare un giro di spirale alle linee di pensiero del nostro schema concettuale di riferimento sulla violenza istituzionale e la violenza familiare.

La violenza nella scena familiare è molto diffusa in tutti i paesi, al di là del fatto che oggi sembri una “moda giornalistica”, in realtà è un’emergenza sociale.

Ci dicono che questo dipende da una molteplicità di fattori sia economici, politici, sociali e culturali che psicopatologici e ne sono attraversate tutte le classi sociali.

Possiamo affermare che è un effetto sintomatico della trasformazione della famiglia e delle istituzioni.

Nell’epoca della globalizzazione, paradossalmente, assistiamo ad una maggiore localizzazione e provincializzazione, che gioca un ruolo importante su questi cambiamenti.

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