Alla ricerca di una formazione per l’impresa sociale: il contributo dell’analisi istituzionale e dell’interazionismo simbolico

di Gianni De Giuli

Il 22 settembre 2020 ho partecipato all’incontro “Istituzioni e pandemia: elementi di analisi istituzionale e gruppo operativo”, a cura del Gruppo internazionale di ricerca su Pandemia ed Istituzioni. In quella sede c’è stata, da parte di alcuni partecipanti – istituzionalisti francesi e svizzeri – un ricordo molto sentito di Georges Lapassade e dei temi concernenti l’Analisi istituzionale.  Si tratta di contenuti e pratiche che nel corso degli anni 90 avevo appreso e sviluppato direttamente con Lapassade nel corso dei suoi lunghi soggiorni in Italia.

Nelle giornate successive all’incontro, discutendone con Leonardo Montecchi e Luciana Bianchera, ho ripensato al resoconto di un’esperienza formativa che avevo realizzato con Lapassade nel ‘96. Ne era nato un articolo che era stato pubblicato su Pratiques de Formation, la rivista degli istituzionalisti francesi presso l’Università di Parigi 8 e successivamente in Italia su Psicologia e Lavoro. Leonardo e Luciana non lo conoscevano e dopo averlo letto mi hanno chiesto di ripubblicarlo, trovandolo evidentemente ancora stimolante.

Nel farlo ho pensato di levare la parte introduttiva, ormai datata, centrata sul dibattito, in quegli anni molto vivo, sul ruolo del terzo settore nella ridefinizione di welfare e protagonismo delle organizzazioni sociali, mantenendo invece il resto dell’articolo che presenta direttamente l’analisi istituzionale in azione: un incontro di formazione condotto con il metodo dell’intervento socioanalitico.

Lapassade all’epoca non praticava quasi più la socioanalisi, raccontava che nel declino storico che il “movimento dei gruppi” stava attraversando anche la socioanalisi aveva perso la sua spinta propulsiva. Inoltre, come viene evidenziato sin dal titolo dell’articolo, altre correnti teoriche e metodologiche – in primis etnometodologia e interazionismo simbolico – dovevano affiancarsi alla tradizionale AI, non solo nello spiegare i processi sociali a livello microsociologico ma direttamente nella pratica della formazione. Ed era stata proprio la curiosità di sperimentare nuovi dispositivi formativi che avevano spinto Georges ad affiancarmi nella conduzione dei due seminari di cui tratta l’articolo.

Lapassade, che ne era stato il fondatore, era allora interessato a vedere come superare l’analisi istituzionale, integrandola con nuove conoscenze e metodologie.

Rileggendo oggi l’articolo è bello riconoscere come i concetti e il metodo dell’AI mantengono tutta loro capacità di indicare possibili alternative in primo luogo nella formazione di gruppi, organizzazioni e istituzioni.

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Creare moltiplicare luoghi di respiro collettivo

Per l’Assemblea Internazionale del 25 ottobre:
 CREARE MOLTIPLICARE
LUOGHI DI RESPIRO COLLETTIVO

Pandemia

La pandemia agisce come disvelamento: mettendoci in condizione di comprendere che da tempo viviamo entro la carcassa del capitalismo neoliberale, che non smette, per quanto defunto, di imporre le sue regole: privatizzazione, competizione, primato del profitto sull’interesse sociale, devastazione dell’ambiente, iper-sfruttamento delle energie mentali, burnout.

Ma non basta comprendere che siamo in una trappola per uscirne. Uscire dalla trappola tecno-finanziaria richiede infatti una strategia politica e soprattutto una solidarietà sociale fondata su un processo di soggettivazione che al momento, nella tempesta pandemica, appare esitante e depresso. L’apocalisse pandemica ha reso evidente che la società non può sopravvivere senza liberarsi dalla regola neoliberale, ma ha indebolito, e forse paralizzato le energie psichiche necessarie per attivare un processo di soggettivazione solidale.

Entro questo contesto un gruppo di ricercatori che operano prevalentemente nel campo della psicoterapia mette all’ordine del giorno la necessità di creare e moltiplicare luoghi di riflessione psicoterapeutica comune, luoghi di respiro che si sottraggano al soffocamento sistemico, per cercare al tempo stesso la via per l’emancipazione dal dominio tecno-finanziario.

Il 25 ottobre in Cile si tiene il referendum che deve decidere se rimanere per sempre dentro la gabbia della costituzione fascista e ultra-liberale promulgata negli anni di Pinochet e di Kissinger, o se usare la forza costituente della lotta e del voto per uscirne, aprendo la strada a un modello sociale egualitario, e frugale, cioè fondato sull’utile collettivo e non sull’astrazione finanziaria e il consumismo indotto dalla pubblicità.

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E.C.R.O. (Schema concettuale di riferimento operativo): strumento che definisce il colloquio gruppale

di Annalisa Valeri

(La lezione si tiene all’interno di un corso di formazione sulla Concezione Operativa di Gruppo ed è la seconda di un ciclo. Dopo l’informazione gli ascoltatori si riuniscono in un gruppo, coordinato e osservato da docenti della Scuola Bleger)

Partiamo da alcuni concetti che definiscono che cos’è un gruppo.
Pichon Rivière definisce un gruppo operativo come quell’insieme di persone riunite dentro una cornice di variabili costanti, che si integrano fra di loro attraverso una mutua rappresentazione interna e che si prefiggono un compito. Il compito è l’elemento di urgenza, di necessità che convoca le persone a raggrupparsi e ad iniziare un lavoro comune.
Per farlo il gruppo ha bisogno di una cornice stabile, all’interno della quale sviluppare il proprio processo gruppale. Alcuni elementi costituiscono un contenitore solido e stabile nel quale le persone possono trovarsi, vale a dire uno spazio, un tempo, dei ruoli e un compito.

Questo è il setting, condizione necessaria perché possa avvenire il lavoro del gruppo.Ha la stessa importanza dell’allestimento di una sala operatoria, con la sterilizzazione degli strumenti, la preparazione di un posto protetto, all’interno del quale possa avvenire, in condizioni di sicurezza, l’intervento. La cornice di variabili costanti è proprio questo. All’interno dell’esperienza on line che stiamo vivendo è già avvenuta un’importante modifica rispetto allo spazio. Non siamo più in un luogo fisico tutti insieme. Ognuno accede a questo spazio da un ingresso differente e personale. Che spazio è questo in cui ci stiamo riunendo? Dove siamo? Che caratteristiche ha questo cyber spazio in cui siamo? Qualcuno di voi può avere un gatto sulle ginocchia, un bimbo che si intrufola per curiosità e viene a vedere lo schermo, un campanello che suona. Sono tutti elementi che rendono differente lo spazio, lo hanno trasformato. Il nostro insieme di variabili costanti ha subito un cambiamento che non abbiamo scelto, ma di cui dobbiamo tenere conto. Nel senso che influenzerà il processo gruppale, entrerà a farne parte. Anche il tempo subisce un cambiamento. Il tempo cronologico dell’orologio assume un significato diverso quando lo si sperimenta on line. Potrebbe sembrare più lungo o più intenso. Il ruolo che avranno i coordinatori subirà delle modifiche: come si interpreta, cosa si osserva in una modalità on line? Come passano le informazioni e le emozioni con questo strumento? Stiamo sperimentando e siamo tutti, voi inclusi, ricercatori.
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Istituzioni e pandemia: elementi di analisi istituzionale e gruppo operativo

Il Consorzio Sol.Co Mantova e la Scuola di Prevenzione “José Bleger” sono lieti di invitarvi all’incontro:

Istituzioni e pandemia: elementi di

analisi istituzionale e gruppo

operativo

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martedì 22 settembre 2020, dalle ore 16.00 alle ore 19.00

L’incontro, organizzato con modalità assembleare, intende affrontare gli elementi di base dell’analisi istituzionale e, attraverso alcuni cenni storici, riportarci all’attualità di questo dispositivo per leggere gli emergenti sociali nel tempo delicato e complesso che stiamo vivendo.

Durante l’assemblea interverranno esperti internazionali:

Patrick Boumard, docente di Antropologia dell’Educazione all’Université de la Bretagne Occidentale e presidente dell’Associazione Società Europea di Etnografia dell’Educazione (Francia)
Remi Hess, scrittore e sociologo francese, docente di Scienze dell’Educazione all’Università Paris 8 (Francia)
Salvatore Inglese, etnopsichiatra e ricercatore in ambito antropologico (Italia)
Leonardo Montecchi, psichiatra, psicoanalista e direttore della Scuola “José Bleger” (Italia)
Osvaldo Saidon, psichiatra, psicoanalista, istituzionalista (Argentina)
Thomas Von Salis, neuropsichiatra e psicoanalista, studioso di analisi istituzionale (Svizzera)
Gladys Adamson, psicologa sociale, direttrice della “Escuela de Psicologia Social del Sur” di Buenos Aires (Argentina)
Franco “Bifo” Berardi, filosofo e saggista, autore di un diario sul periodo della pandemia dal titolo “Cronaca della psicodeflazione”  (Italia)
Paolo Pagliai, rettore della “Alta Escuela para la Justicia” di Città del Messico (Messico)

Con loro dialogheranno Luciana Bianchera (psicopedagogista, formatrice, docente universitario di Psicologia del lavoro e metodi e tecniche dell’intervento educativo, responsabile scientifica di Solco Mantova), Lorenzo Sartini (psicologo, psicoterapeuta, formatore, supervisore e traduttore per l’Italia del testo “Psicologia de la conducta” di José Bleger), Giorgio Cavicchioli (psicologo, psicoterapeuta, formatore e supervisore) e Simona Di Marco (psichiatra, esperta in etnopsichiatria).

L’evento è gratuito ed è da considerarsi parte delle attività di ricerca sulle tematiche della cura delle istituzioni, dei compiti sociali e comunitari.

E’ possibile iscriversi sul sito di Sol.Co. Mantova al seguente link: https://www.solcomantova.it/iscrizione-webinaristituzioni-e-pandemia-elementi-di-analisi-istituzionale-e-gruppo-operativo/

L’incontro si svolgerà a distanza, in modalità sincrona, su piattaforma ZOOM.
Ad avvenuta iscrizione, riceverete automaticamente il link e i codici identificativi per accedere all’incontro.

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La coordinazione del gruppo operativo online

di Laura Buongiorno (Psicologa e psicoterapeuta, Coordinatrice didattica Centro Studi e Ricerche “José Bleger”, Rimini – mail: labuongiorno@gmail.com, cell: 3356914814)

Premessa

L’occasione è stata la chiusura delle scuole per ordine ministeriale da Covid19 che ha interrotto il normale svolgimento delle lezioni con relativo isolamento e distanziamento sociale lasciando tutti per giorni e giorni in attesa incertezza. La crisi pandemica mai vissuta prima nella sua globalizzazione ha sollevato interrogativi sulla possibilità di ripristinare la comunicazione e la relazione interrotte. La parola pazienza evoca astinenza, prudenza, resistenza. Nel corso dei secoli l’Homo sapiens è stato il sovrano della storia. I mo menti critici gli ricordano la sua fragilità. Oggi che è la nostra stessa sopravvivenza a essere minacciata, scopriamo quanto siamo vulnerabili e quanto precario sia l’equilibrio naturale da cui dipendiamo. Osservando il rapporto tra l’uomo e il virus che oggi stiamo affrontando direi che noi siamo palesemente imperfetti. Però, proprio perché così imperfetti, noi abbiamo dei margini di creatività, di previsione. La sfida è sapersi coordinare alla strategia dell’interlocutore, per dialogare e per ribattere: noi Homo sapiens uguali da millenni , dopo aver cambiato il mondo con le tecnologie dell’informazione, ora ci dobbiamo adattare ad un ambiente che noi stessi abbiamo prodotto. Gli e-saltati presentano la svolta digitale come tetrafarmaco per la nuova pe stilenza che solo permette tra una lezione in teledidattica, una riunione in tele lavoro,una pausa di teleaperitivo, di rompere l’isolamento dal social, vera pia ga del morbo, più grave della malattia fisica. Così le ultime resistenze di chi ancora opponeva scetticismo e perplessità ai modelli sociali e culturali imperniati sulla tecnologia sono state travolte dall ormai indiscutibile efficacia di una nuova socialità telematica, di una rinnova ta produttività a distanza. Le esitazioni di chi ancora opponeva il cauto pessimismo della ragione all incondizionato ottimismo della connessione sono spazzate, i dubbi dissipati gli equivoci chiariti.

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